Come per tutte le vallate alpine, anche nelle Valli di Lanzo si sono venuti a creare percorsi lungo i quali non solo le popolazioni locali ma anche altre genti, si sono spostate. Le valli offrono due direzioni di percorrenza: una trasversale sul lato italiano ed una longitudinale con sconfinamento oltralpe.

Lungo la prima si sono spostati nel tempo minatori e fabbri, i “magnìn” canavesani, gli antichi calderai che lavoravano il rame, oltre ai pastori locali. Oggigiorno il Sentiero Italia CAI: già “Grande Traversata delle Alpi (GTA)” ripercorre questi sentieri che attraversano il territorio passando per i colli situati a metà valle e sostando sul fondovalle ad ogni tappa.

La seconda invece ha acquistato sempre più importanza a partire dai Romani. Le montagne sono state usate come confine naturale di province, feudi, regni ed in ultimo di nazioni ed i valichi più facilmente percorribili sono stati presidiati. Proprio perché più ostici da percorrere, i nostri valichi sono divenuti nel tempo passato valide alternative a colli, quale il Moncenisio. Dal punto di vista commerciale su questi valichi è passato di tutto, qualche volta anche per evitare i dazi sulle merci. Nel Medioevo gente è esodata in tempi flagellati dalla peste, è stata trasferita la Sacra Sindone in un periodo di tensioni politiche e religiose. Infine, nella Seconda Guerra Mondiale, le vallate, dopo essersi sviluppate turisticamente ai massimi livelli, diventarono un luogo ideale come base per la Resistenza oltre che rifugio per i perseguitati. Su questi valichi si crearono corridoi per il passaggio di prigionieri scampati alla fuga, di ebrei, e di partigiani e maquis francesi che compivano incursioni contro i nazisti. Oggigiorno, con i moderni mezzi di trasporto, tutto ciò non esiste più e le montagne sono tornate a diventare mete turistiche.

Il Tour della Bessanese è un percorso transfrontaliero, di 4-5 giorni, che unisce alcuni di questi valichi.

Il Tour della Bessanese è un percorso circolare in ambiente di alta montagna che si snoda a cavallo tra Italia e Francia; tracciato intorno al gruppo montuoso che comprende le vette dell’Uja di Bessanese (3.604 m), della Punta d’Arnas (3.560 m) e della Croce Rossa (3.566 m). Il tour offre all’escursionista un percorso eterogeneo che si fonda su antichi sentieri di confine utilizzati sin dall’epoca romana, mulattiere militari, sentieri ben tracciati e semplici tracce su terreno morenico.

Il percorso tocca il suo punto più alto ai 3.200 m del Passo del Collerin.
Lo sviluppo complessivo, di circa 32 km e con un dislivello positivo totale di circa 2600 m, è suddivisibile in tre tappe con soste in confortevoli rifugi alpini. Il percorso è interamente segnalato e non presenta difficoltà alpinistiche ma, dato l’ambiente severo in cui si svolge e specialmente in condizioni climatiche non ottimali (terreno innevato e/o nebbia), richiede all’escursionista una certa esperienza, un’attrezza­tura adeguata ed un buon allenamento.

Lungo il percorso sono posizionati i tre rifugi che garantiscono ricovero e ristoro agli escursionisti; due di questi sono di proprietà del Club Alpino Italiano (Rif. Cibrario e Rif. Gastaldi) e sono posti in territorio italiano e uno, il Refuge d’Averole, di proprietà del Club Alpin Français, in Francia.

Si parte dal Rifugio Gastaldi e la percorrenza può avvenire sia in senso orario (consigliato) che antiorario. Il periodo ottimale per il tour va da inizio luglio a metà settembre, quando i rifugi sono aperti e gestiti; in ogni caso, prima della partenza, è consigliabile informarsi preventivamente sulle condizioni del percorso accedendo al sito web dedicato www.tourdellabessanese.eu.

La Grande Traversata delle Alpi (GTA) è un itinerario che dalle Alpi Lepontine nel Nord del Piemonte, al confine con la Svizzera, porta al mare di Ventimiglia: 65 tappe (più eventuali anelli facoltativi) per un totale di 1.000 km con 60.000 m di dislivello per vivere un’esperienza straordinaria, dove azione e contemplazione si fondono in un rimarcabile caleidoscopio di tradizioni e cultura armonizzati in paesaggi mozzafiato.

Il GTA- Sentiero Italia è un’esperienza sportiva e culturale unica aperta a tutti, purché ben allenati e ben equipaggiati, che valica di valle in valle facendo tappa sui fondi valle nei piccoli centri abitati dove si possono trovare testimonianze della cultura alpina alle sue origini.

Coloro che vorranno affrontare questo percorso troveranno ambienti selvaggi con viste da sogno sui vari gruppi montuosi, prossimi ed in lontananza, su laghetti alpini, alpeggi ed infine potranno apprezzare la ricca flora e, se fortunati, avere molteplici incontri con l’abbondante fauna locale. “Fare il GTA – Sentiero Italia” vuol dire scegliere una vacanza eco-sostenibile ed immergersi nel territorio per scoprire i suoi vari aspetti, dalle tradizioni alla natura, e per confrontare la quotidianità della vita di montagna con la propria. Infine, non meno importante è l’aspetto eno-gastronomico: si potranno degustare i prodotti tipici del territorio e le antiche ricette della tradizione.

Il periodo migliore per camminare lungo la GTA – Sentiero Italia va da luglio a settembre quando salvo annate particolari la neve è generalmente sciolta.

L’Alta Via Valli di Lanzo (AVV) è un itinerario che permette di unire tutti i rifugi delle valli percorrendo le testate delle 3 valli principali ai piedi della cresta spartiacque di confine. Percorso adatto ad escursionisti esperti e alpinisti, i quali, sostando nei vari rifugi, possono compiere ascensioni alle vette che videro la nascita dell’alpinismo italiano a fine ‘800.

Escluso il passaggio dalla Val Grande alla Val d’Ala e la salita al primo rifugio, qualunque esso sia, l’itinerario sfrutta la successione di valloni, conche e pianori proponendo un percorso non particolarmente impegnativo dal punto di vista delle difficoltà altimetriche.

Gli scorci offerti sono stupendi e mettono in risalto l’asprezza del territorio oltre che esaltarne i contrasti: nella parte bassa del Vallone di Sea prevalgono le praterie, una volta pascolo, mentre nella parte superiore si trovano ripide pareti rocciose per terminare con quello che resta del Ghiacciai di Sea e Tonini ai piedi della parete nord dell’Uja di Ciamarella. Nel tratto della Val d’Ala si potrà ammirare la fioritura dei rododendri e di tutta la flora alpina. Spostandosi verso la Val di Viù si incontrerà una serie di laghetti glaciali ed il Lago della Rossa, dove fino a fine luglio è possibile vedere blocchi di ghiaccio galleggiante. Infine ci si affaccerà nuovamente su praterie per scendere al Lago di Malciaussia. Per i più esperti sarà possibile compiere la traversata del Rocciamelone, considerato nel Medioevo la più alta cima delle Alpi, pernottando al Rifugio Cà d’Asti e quindi rientrando per il Colle della Croce di Ferro.

Il periodo consigliato è da metà luglio a metà settembre, quando tutti i rifugi alpini sono aperti e la quantità di neve residua dovrebbe essere ragionevole (condizioni che variano di anno in anno). Il fatto di trovare ancora nevai rende il cammino decisamente più agevole ma richiede la conoscenza e la capacità di sapersi muovere su questo tipo di terreno. Considerata la quota e relative temperature è richiesto equipaggiarsi con piccozza e ramponi ed idoneo abbigliamento.

Studi, ricerche sui documenti e attraverso le pitture e cammini a piedi, hanno permesso di ritracciare le storiche vie di collegamento che univano l’Alta Moriana con le Valli di Lanzo e Torino. Questi percorsi furono con buona probabilità utilizzati per i passaggi della Sindone, avvenuti nel 1535 e nel 1878 a seguito del trasferimento, prima provvisorio e poi definitivo, del Santo Sudario da Chambéry a Torino. Lungo questi sentieri sono dislocate chiesette e cappelle dedicate alla Sindone nonché affreschi e dipinti che segnano l’intero percorso e testimoniano la presenza e l’importanza della famiglia Savoia in queste terre. Tra i più importanti, figura quello di Voragno, frazione di Ceres, lungo oltre 6 metri, il più grande con la Sindone ostesa, e gli affreschi di Balme. Cammini quasi sperduti, scelti strategicamente dai Duchi non perché più facili ma semplicemente perché più interni e discreti, al riparo da ostilità belliche o religiose.
La ricostruzione del percorso, non devozionale, è guidata dalla segnaletica organizzata graficamente con l’indicazione dei punti di interesse, dipanandosi da Chambery a S. Jean de Maurienne, a Bessans, a Balme, a Voragno, a Lanzo, e quindi Torino, attraversando valici a più di tremila metri di quota.