Balme (1.432 m), a meno di 60 chilometri da Torino è il più elevato comune delle
valli di Lanzo, l’ultimo della valle centrale, quella d’Ala. È anche il più piccolo per numero di abitanti: un centinaio i residenti che ne fanno uno dei più piccoli centri dello stato italiano, anche se la sua estensione territoriale è di 61,47 km², spalmati su una variegata superficie di boschi, cascate, ghiacciai e pareti rocciose. Proprio la suggestiva catena di monti costituisce uno scenario spettacolare delle più alte cime delle Alpi Graie Meridionali. Per citarne alcune ricordiamo la Ciamarella (3676 m), la Bessanese (3.604 m), l’Albaron di Savoia (3.637 m), la Punta d’Arnas (3.560 m).

La Montanara

La Montanara, considerata uno dei più celebri canti di montagna, fu composta nel 1927 dall’alpinista Toni Ortelli e armonizzata a quattro voci da Luigi Pigarelli. Il canto nacque nel luglio del 1927 a Balme, dove gli elementi del paesaggio del Pian della Mussa donarono l’ispirazione a Ortelli, che scrisse testo e musica in ricordo di un amico valdostano morto sul Monte Rosa. Il pregio poetico e musicale del canto si mantiene tutt’oggi inalterato e la sua traduzione in 148 lingue vale forse più di ogni citazione. Al Pian della Mussa una targa commemorativa installata nel 1987 alla presenza dell’autore, ricorda le origini della famosa melodia.

Il Sito di Interesse Comunitario del Pian della Mussa

Il Pian della Mussa (1750 m) divenuto luogo di richiamo conosciuto e apprezzato in tutta la regione, è spesso associato all’acronimo SIC, Sito di Interesse Comunitario, conferitogli per le peculiari caratteristiche ambientali e paesaggistiche, un’area protetta individuata dalla Comunità Europea per la salvaguardia delle biodiversità.

L’attrattiva specifica della zona è determinata dalla varietà dei numerosi habitat naturali presenti nei suoi confini, che ne fanno un bell’esempio di paesaggio alpino all’interno delle Alpi Graie. In essa sono segnalati ben 19 ambienti di interesse comunitario, tra i quali 2 prioritari. Di gran valore sono considerate le “Formazioni pioniere alpine del Caricion bicoloris – atrofuscae, qui caratterizzate da popolamenti di specie rarissime a livello italiano e regionale, quali la Carex atrofusca, la Carex maritima, la Carex microglochin e la Tofieldia pusilla.

Tra gli altri habitat, assumono particolare importanza i ghiacciai, che pur possedendo una biodiversità vegetale molto scarsa, assumono una consistente rilevanza per il loro valore paesaggistico e come risorsa idrica. I ghiaioni della Stura alla base della testata della valle sono colonizzati da vegetazione erbacea dominata dall’Epilobium fleischeri, e sono presenti a macchie formazioni riparie di salici arbustivi (Salix daphnoides, Salix eleagnos, Salix purpurea).

Sono inoltre presenti lariceti e cenosi arbustive di Pinus uncinata (pino mugo), arbusteti di rododendro, ginepro e mirtilli, di salici d’altitudine, oltre a diverse tipologie di praterie, i megaforbieti, i residui prati da sfalcio sul piano, alcune torbiere basse localizzate poco sopra il piano in destra orografica (Pian Rastél e Pian Saulera). La diversità litologica dell’area (si trovano rocce basiche come i calcescisti, rocce ipermagnesiache come le serpentiniti e rocce acide come gli gneiss) fa sì che siano presenti vari tipi di habitat rocciosi.

È da ricordare la presenza di un ambiente di particolare interesse geobotanico: il raro curvuleto-elineto a Carix rosae, prateria acidofila di origine naturale più largamente rappresentata nella catena alpina. L’elineto è l’associazione a Elyna myosuroides, specie di origine siberiana, resistentissima al gelo invernale e adattabile a valori variabili di pH, da debolmente basici a decisamente acidi.

Grazie alla varietà dell’ecosistema, è notevole la presenza di specie floristiche di rilievo, tra cui spiccano per particolarità l’Aquilegia alpina, la Saxifraga valdesi e la rara e vivacissima peonia (Paeonia officinalis). Si segnalano inoltre le presenze endemiche (specifiche del territorio) delle Campanula alpestris, Campanula cenisia, Senecio halleri, Sempervivum grandiflorum, Valeriana celtica, Delphinium dubium. Tra le rarità sono da segnalare inoltra le Silene suecica, la Saussurea alpina, la Clematis alpina e la felce Woodsia alpina.