Balme e la sua storia

Dai tempi dei Romani ad oggi

Il villaggio, frequentato già in epoca romana per lo sfruttamento estivo dei suoi pascoli, raggiunse nel Cinquecento una prima conformazione urbanistica stabile, resa necessaria dalla possibilità dello sfruttamento minerario delle sue rocce. All’ottenimento della autonomia amministrativa nel 1610, seguirono secoli basati su un’economia di sussistenza fondata soprattutto sull’utilizzo delle poche risorse agricole e pastorali. A metà Ottocento tuttavia, la scoperta da parte dei ceti più abbienti dei rilievi come luogo di frequentazione e di villeggiatura, innescò un processo virtuoso che portò i montanari ad inventarsi un nuovo mestiere, quello della guida alpina, peraltro perfezionando e ottimizzando le esperienze acquisite nell’espletamento del commercio e del contrabbando svolte fino ad allora. In concomitanza sorsero numerosi alberghi e ville signorili, capaci di attrarre il bel mondo della borghesia torinese. Non solo, ma nel 1896, Adolfo Kind e Luciano Roiti sperimentavano per la prima volta l’uso degli sci in Italia compiendo un’ascensione al Pian della Mussa.

Balme e la sua valle, divenuti ad inizio Novecento rinomati luoghi alla moda, seppero attrarre illustri personalità e conseguenti importanti iniziative. Il cinema che faceva nel frattempo la sua comparsa, sceglieva la Val d’Ala per alcune scene delle sue prime riprese, tra le quali quelle del film “Cenere”, che videro proprio Eleonora Duse recitare alcune parti tra gli scorci valligiani. Non mancavano in valle gli esponenti della famiglia reale, importanti rappresentanti del mondo letterario e artistico, tra i quali Gonin, Carlo e Gigi Chessa, Delleani, Carducci, Gozzano e rilevanti personaggi della scienza, come padre Denza, precursore della meteorologia che con il concorso del CAI proprio a Balme installò un osservatorio meteorologico, il celebre Guglielmo Marconi e la famiglia di un’ancor giovane Rita Levi – Montalcini. Personaggi che non disdegnavano affatto l’offerta alberghiera locale e che contribuivano alla fortuna delle realtà imprenditoriali, tra le quali quelle del noto albergo “Camussòt”, grande struttura che caratterizzò per oltre un secolo l’idea stessa del turismo balmese.

In un simile scenario, ogni famiglia vide affermarsi qualche suo componente nella professione di guida alpina, accompagnando i clienti sulle vette locali ed anche altrove. Un ruolo e un prestigio che portavano talvolta i montanari a lunghe campagne sulle montagne valdostane e su quelle francesi, con l’assunzione di rischi elevati che talvolta finivano in tragedia. Come quella occorsa ad Antonio Castagneri, intraprendente e abile guida, oltreché interprete dello sviluppo turistico del paese che perì in circostanze ancora ignote sulle creste del Monte Bianco mentre vi conduceva un facoltoso cliente. A cavallo dei due secoli la Città di Torino captava con un’opera complessa e articolata le sorgenti del Pian della Mussa, adducendo alla pianura le fresche e limpide acque delle alture.

Proprio il Pian della Mussa nel 1927 ispirò a Toni Ortelli il più celebre canto di montagna: La Montanara.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, che pure vide Balme diventare luogo di rifugio e di protezione per molte famiglie ebree e teatro di scontri tra parti avverse a ridosso dei confini, l’economia turistica ebbe un declino, con negative conseguenze sotto l’aspetto demografico e sociale, solo parzialmente mitigate dagli effetti del boom economico.

Negli ultimi decenni Balme ha cercato di reinventare la propria indubbia vocazione puntando su nuove forme di turismo responsabile, con un occhio di riguardo nei confronti dell’ambiente e del paesaggio, orientato ad una fruizione poco invasiva delle sue preziose caratteristiche naturali. In particolare il villaggio si propone ai nostri giorni come luogo ideale per famiglie e gruppi che possono vivere con facilità i numerosi aspetti che la montagna può offrire in qualunque stagione. Allo stesso tempo il paese ha puntato sulla promozione delle proprie specificità storiche e culturali che sono diventate esse stesse un mezzo efficace di sensibilizzazione degli amanti della montagna più autentica.