Arte, cultura e tradizioni

Testimonianze del passato per costruire il futuro

Paularo vanta una grande ricchezza di storia e un patrimonio di saperi tramandati nel tempo. Ne sono testimonianza gli antichi edifici, i musei e le manifestazioni dedicate alle tradizioni locali.

Ecomuseo i Mistîrs

L’Ecomuseo “I Mistîrs” (mestieri) prende il nome dalla celebre manifestazione organizzata nell’ultimo fine settimana di agosto ed è nato nel 2009 con l’intento di recuperare, testimoniare e valorizzare la memoria storica, la vita, i personaggi e le tradizioni di Paularo.
Chi entra in Val d’Incarojo per la prima volta viene subito rapito dall’atmosfera quasi magica che si respira: passato e presente si fondono in modo del tutto esclusivo, fino quasi a confondersi.
Sul territorio sono visitabili numerosi punti d’interesse, seguendo un percorso che da Chiaulis sale fino a Ravinis: si possono così riscoprire ambienti di lavoro con attrezzi ormai non più utilizzati, la maestria di boscaioli e mugnai, il lavoro di norcini e malgari, l’abilità di scalpellini e intagliatori, la creatività delle ricamatrici.
“I Mistîrs” è un museo diffuso che vive sul territorio anche attraverso l’attività didattica nelle scuole e le numerose attività culturali che durante l’anno propongono approfondimenti e studi di carattere storico e sociale.

www.ecomuseomistirs.it

Palazzo Calice-Screm

Collocata sulla sponda destra del Chiarsò, l’imponente costruzione, risalente al 1591, fu la residenza della famiglia Calice che curava gli interessi della Repubblica Veneta nella gestione dei beni forestali della vallata. I loggiati, i due ordini di arcate a tutto sesto con soffitto a crociera, i pilastri con capitelli sagomati, rendono l’architettura estremamente elegante. Al palazzo originario si affiancò nei primi decenni del Settecento una nuova ala, che attualmente ospita alcune esposizioni ecomuseali.

Palazzo Linussio-Fabiani (il Palaç)

Di fronte al Palazzo Calice-Screm, sulla sponda sinistra del torrente Chiarsò, la famiglia Calice fece costruire nella seconda metà del Seicento un nuovo palazzo. Un edificio splendido, protagonista della leggenda che vuole il Conte Mocenigo costruire questa dimora per amore di Silvia Calice. Nel XVIII secolo il Palaç divenne dimora della famiglia Linussio, che ne fece il punto di riferimento locale delle fiorenti attività tessili avviate da Jacopo Linussio. Grazie alle disposizioni testamentarie dell’ultima erede che vi abitò, Apollonia Moro, il palazzo passò ai Fabiani, che mantennero le attività commerciali. Qui soggiornarono, tra gli altri, Giovanni Battista Bassi, Filippo Giuseppini, Alessandro Wolf, Caterina Percoto e Giosuè Carducci.

Palazzo Calice-Valesio

La casa padronale dei Calice venne trasferita a Villafuori nel secolo XVII, in una maestosa residenza costruita su un’altura del piccolo borgo. L’edificio monumentale è composto da due ali che si affacciano su un ampio cortile con muri di cinta merlati, cui si accede da un portale che riporta sulla chiave d’arco lo stemma della famiglia. Il palazzo è stato costruito in più fasi, ma il primo nucleo risale al Cinquecento. Il complesso è a tre piani ed è costituito da due corpi ortogonali. Nelle stanze interne sono custoditi, in ottimo stato, molti degli arredi originali.

Chiesa dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia a Paularo

La chiesa parrocchiale attuale fu costruita verso la metà del Settecento su progetto di Domenico Schiavi, in luogo di una chiesetta preesistente, forse quattrocentesca. Il fratello, Antonio Schiavi, la decorò con affreschi di altissimo pregio, ancor oggi visibili. La chiesa conserva inoltre alcune opere del pittore locale Giovanni Francesco Pellizotti, tra cui le tele del coro e la cupola affrescata sopra il presbiterio, con un’impostazione rispettosa del modello dello Schiavi.
L’altare maggiore, in marmo bianco, è dovuto alla munificenza di Jacopo Linussio e fu eseguito nel 1747. L’altare del Crocefisso è certamente l’opera più importante della chiesa. Sotto il pregevole Crocefisso cinquecentesco è collocato il tabernacolo in legno scolpito e dorato, che probabilmente faceva parte dell’altare della chiesa originaria.

Mozartina

È la casa della musica di Paularo. Un museo unico nel suo genere, frutto dell’amore e della passione per la storia degli strumenti musicali del Maestro Giovanni Canciani (1936-2018). Raccoglie la più ampia collezione regionale di strumenti musicali, in particolare da tasto, quali organi, virginali, spinette, clavicembali, clavicordi, fortepiani e pianoforti, oltre a strumenti a corda, fiato e percussione. La raccolta è arricchita da manoscritti settecenteschi di musiche inedite di importanti autori stranieri.
L’edificio, completamente restaurato dopo l’incendio della notte di Natale del 1709, risale probabilmente al 1500. Sobrio ed elegante, presenta una disposizione interna razionale, che si presta alla sistemazione dei numerosi strumenti, pur conservando lo spirito di una casa viva e accogliente.
È sede di concerti ed eventi.

Per prenotazioni e informazioni:
museomozartina@libero.it
www.lamozartina.it

Carnevale artistico di Ravinis

Nato nel 2011 e curato dall’omonima associazione, il museo è dedicato alle opere artistiche realizzate in 30 anni di carnevale e 20 anni di associazione. Il gruppo, che dal 1991 opera a Ravinis, negli anni ha dato vita a carri allegorici e costumi-scultura in una continua ricerca di stile. L’associazione si occupa di ogni aspetto della creazione delle opere, dall’ideazione all’interpretazione tematica, dal bozzetto alla realizzazione artigianale dei costumi. Numerosi sono i riconoscimenti e gli inviti a prestigiose manifestazioni e concorsi mascherati in Italia e all’estero.

Per informazioni:
carnevale@ravinis.it

La Femenate

Il rito epifanico del 5 gennaio, che risale alle antiche tradizioni celtiche, è uno degli eventi più suggestivi e sentiti di Paularo, legato ad antiche ritualità che segnano la fine di un ciclo e l’inizio del nuovo.
La Femenate (donnaccia o strega, in lingua friulana), ha una struttura portante romboidale alta anche oltre 15 m. È realizzata con stanghe di abete interrotte ad intervalli regolari da pertiche più sottili, capaci di sostenere una grande quantità di fieno, ramaglie secche e materiali vegetali di scarto lasciati sui campi dopo la raccolta autunnale. Il giorno della festa, subito dopo il tramonto, la popolazione di ogni borgata si riunisce a cerchio attorno alla propria Femenate, in attesa che il prescelto, un giovane neo diciottenne, la incendi. Mentre le fiamme si propagano al cielo con lingue serpeggianti e rosse, il vecchio saggio legge gli auspici per l’anno nuovo negli sciami delle faville.
Il colpo d’occhio è straordinario: decine di enormi rombi infuocati illuminano la notte dell’Epifania e tutta la conca paularina, mentre i bambini si recano di casa in casa a chiedere farina, salsicce, salame, formaggio e vino con cui le donne del borgo appronteranno la cena collettiva che chiude i festeggiamenti.

Mistîrs

L’ultimo fine settimana di agosto, Paularo celebra Mistîrs (mestieri, in lingua friulana), un viaggio tra vecchi mestieri e antiche tradizioni, divenuto ormai un appuntamento irrinunciabile per quanti desiderano immergersi nella vita di un tempo, riscoprendone la genuinità e la semplicità.
Per settimane la popolazione addobba le proprie abitazioni e ogni angolo del paese. Da cantine e soffitte si riscoprono strumenti in disuso, antichi oggetti, abiti e corredi. Le frazioni si sfidano nel proporre le animazioni più originali e coinvolgenti, accogliendo gli ospiti con la spontaneità propria di queste terre, fra musica, balli e tavole imbandite. La Val d’Incarojo si popola così nuovamente di boscaioli e intagliatori, pastori e casari, fabbri e arrotini, muratori e falegnami che animano le vie e le piazze del paese incantando grandi e piccini.